Gazetta Italia: Naples volcanic energy

Neapolitans have always lived in the knowledge that the volcano that makes their land so fertile is also capable of untold destruction. Tom Alberto Bull went up to take a closer look…

Naples volcanic energy

When we think of Naples we immediately think about Vesuvius towering ominously over the city, offering both rich, fertile land and an impending disaster that could occur at any moment and have catastrophic effects for the local people who call this land their home. This dilemma that the local population encounters every day stretches far back in history to a time when Pompeii and Herculaneum were considered desirable places to live in for subjects of the Roman empire.

I just returned from a week-long visit to the city and during my time there it really struck me how nature’s most extreme force has become deeply interconnected with the lives of the people in such an intimate and complex way. There is a relentless energy that dictates the high tempo of life, resonating across the vulnerable landscape. A ferocious concoction of passion, pride and drama bubbles under the surface, ready to erupt upon any chance encounter.

Naples has a vast number of both extinct and dormant craters that are lesser known than Vesuvius as they are not immediately visible to the naked eye. The area to the west of the city known as the Campi Flegrei – meaning ‘burning fields’ – is home to an ancient supervolcano which spans more than 100 square kilometres and hosts no fewer than 24 craters, as well as countless geysers and vents that release a constant stream of hot sulphuric gas.

I experienced this close up and personal in a rather unexpected location. Driving through the hillsides of Campi Flegrei with some local friends who seem to know every square inch of this land inside out, we stopped the car to investigate some clearly visible clouds of smoke and I was amazed to find four vents within metres of each other right beside the public road. After inhaling a large quantity of the foul-smelling gas pouring out directly from the ground below, I decided I’d seen enough!

In May of this year, scientists warned that the supervolcano is showing signs of reawakening with devastating consequences: “By studying how the ground is cracking and moving at Campi Flegrei,
we think it may be approaching a critical stage where further unrest will increase the possibility of an eruption,” said Christopher Kilburn, director of the Hazard Centre at University College London, who carried out the research with geologists at the Vesuvius Observatory.

The Neapolitans on the front line do not seem too concerned, but they intend to live every day like it’s their last, nevertheless.

L’energia vulcanica di Napoli

Quando pensiamo a Napoli, viene subito in mente il Vesuvio. Questa montagna domina la città in maniera minacciosa, portando sia un terreno ricco e fertile sia il pericolo imminente di un disastro che potrebbe avvenire in qualsiasi momento, con effetti catastrofici sulla popolazione locale. Il dilemma a cui si trovano di fronte gli abitanti della zona tutti i giorni dell’anno continua da tempi lontani, quando le città di Pompeii e Ercolano attiravano i sudditi dell’impero romano.

Sono appena tornato da una visita di una settimana a Napoli, e durante il mio soggiorno sono rimasto colpito dai tanti profondi e complessi intrecci che legano indissolubilmente la forza naturale più potente del mondo e le vite quotidiane degli abitanti. Esiste un’energia irrefrenabile che impone tempi di vita molto rapidi, e questa energia riverbera nel paesaggio vulnerabile. Un miscuglio feroce di passioni, orgoglio e dramma ribolle sotto la superficie, pronto a scoppiare in presenza di qualiasi incontro casuale.

Napoli conta un numero enorme di crateri spenti o inattivi che sono meno conosciuti del Vesuvio, anche per il fatto che non si possono vedere a occhio nudo. La zona dei Campi Flegrei a ovest della città ospita un antico supervulcano che copre un territorio di oltre 100 chilometri quadrati con ben 24 crateri e innumerevoli geyser e fumarole che emettono un flusso continuo di gas sulfureo caldissimo.

Ho sperimentato direttamente questo fenomeno da vicino in un luogo piuttosto inaspettato. Durante un giro in auto tra le colline dei Campi Flegrei con degli amici del posto che sembravano conoscere perfettamente ogni millimetro di questa zona, ci siamo fermati per fare un sopralluogo dopo aver visto chiaramente del fumo che si alzava. Mi sono proprio stupito quando abbiamo trovato quattro fumarole a solo qualche metro dalla strada. Dopo aver respirato una certa quantità di gas puzzolente che usciva direttamente dalla terra sotto i nostri piedi, ho deciso che avevo visto abbastanza!

Nel mese di maggio di quest’anno gli scienziati hanno avvertito segni che il supervulcano si sta risvegliando, con possibili conseguenze devastanti: “Quando si studia come il terreno nei Campi Flegrei si incrina e si sposta, si può ipotizzare l’avvicinamento di una fase critica nella quale un ulteriore disturbo aumenterà le possibilità di un’eruzione,” ha dichiarato Christopher Kilburn, direttore del Hazard Centre alla University College di Londra, e collaboratore nella ricerca con geologi dell’Osservatorio del Vesuvio.

I napoletani che si trovano sulla linea del fronte non sembrano preoccuparsi più di tanto, ma invece intendono vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.